Domani sera, giovedì 23 giugno, nella serata di chiusura della Campagna elettorale, parlerà il nostro commissario regionale. Tutti pronti a sentirlo…
Giu 22
Il “Baro” non è riuscito a stupirmi
Piercarlo Fabbio ragiona sul Centro e su chi, nella politica Alessandrina, ha scelto di voler essere determinante comunque, nonostante abbia clamorosamente perso le elezioni
Giovanni Barosini non è riuscito a stupirmi nemmeno stavolta. Sapevo, e glielo detto, che avrebbe raggranellato tra il 12 e il 15%; sapevo che lo spazio politico da lui occupato era di sicuro più ampio pur nella sofferenza di una middle class non più spina dorsale della vittoria elettorale; sapevo che avrebbe giocato su più tavoli in preparazione al voto del ballottaggio. Sapevo che il suo sogno di fare il sindaco si sarebbe spezzato al primo arrivo dei voti di pietra. Sapevo che i sondaggi non sbagliavano nel classificarlo terzo su… tre, cioè buon ultimo, visto che gli altri due candidati avrebbero vissuto di spiccioli di consenso.
Speravo che si apparentasse con qualche coalizione, se non altro per ragioni di trasparenza. Invece è rimasto sospeso tra valutazioni e dichiarazioni mai chiare o forse ai più oscure. Del resto sono poi le due coalizioni in combattimento a riconoscerlo e a sospingerlo comunicativamente dalla parte opposta. Da questo punto di vista il motore di Barosini sono i due schieramenti. Chi non lo imbarca ne dirà male, lo descriverà come il peggio del peggio; chi lo avrà al fianco dovrà essere prudente perché le stagioni del “Baro”, così come i suoi innamoramenti politici, durano poco.
Solo i socialisti durante la prima repubblica, a mezzo tra il Partito Comunista e la Democrazia Cristiana, si potevano vantare di essere più bravi di lui. Con una differenza. Che il PSI alessandrino aveva interpreti diversi per ogni politica e chi sosteneva la strategia delle Giunte Rosse non era tra coloro che si integravano con i democratici cristiani e il pentapartito. Insomma c’era di mezzo la politica…
Giunti alla seconda Repubblica, si riteneva che il bipolarismo obbligato dai sistemi elettorali non prevedesse un saltafosso sistemico. O vince uno o l’altro. Chi prevale governa con un buon premio di maggioranza, cioè più consiglieri. E chi soccombe si oppone.
C’è una variante, che qui da noi oggi interpreta Barosini, capace già nel passato di vivere con l’opposizione di centrodestra a Palazzo Rosso e a sedersi sullo scranno di Presidente del Consiglio con la sinistra a Palazzo Ghilini, cioè in Provincia. La variante è data da una buona dose di opportunismo. Sentirsi liberi da vincoli forniti dal proprio passato e soprattutto guardare al futuro destino, cercando di scegliere il più vantaggioso. In tutto ciò c’è poca politica degli ideali e moltissima furbizia, che, non dimentichiamolo piace sempre agli alessandrini figli di Gagliaudo. Poi si possono aggiungere alcuni elementi di pensiero politico richiamando alti ideali, ma la percezione delle sue mosse sarà sempre ben chiara al popolo. Non a caso siamo nella patria del “O Francia o Spagna”: a chi si vuole darla ad intendere?
Questo non significa che tutto vada bene e che Barosini avrà un cammino lastricato solo di successi. Nel caso perdesse – vocabolo non previsto nella sua strategia – dovrà nuovamente occupare gli scranni della minoranza. Sì, della minoranza, non necessariamente dell’opposizione, visto che potrà offrire i voti del suo gruppo nel caso la maggioranza perdesse pezzi o nel caso occorresse rafforzarla. Costituire una forza politica determinante e ago della bilancia anche in Consiglio. Sarebbe l’azimut della politica iniziata tanti anni fa. Da questo punto di vista gli converrebbe, per tenere il proscenio, perdere insieme al suo alleato di giornata. Perché l’equidistanza non è un pregio, ma può sempre essere utile.
Piercarlo Fabbio
Giu 11
Appello a votare UDC
Giu 09
Gianfranco Rotondi ad Alessandria
Il fondatore di “Verde è Popolare” inbcontra la lista UDC-Rinascita-Democrazia Liberale-Cuttica sindaco. L’elogio del popolarismo e le parole di De Mita. L’endorsement ad Alex Di Gregorio. La conclusione: l’affettuoso ricordo di Giuseppe Cotroneo, il popolare “dottore” esponente di spicco della Democrazia Cristiana in Piemonte. La riunione si è tenuta il 6 giugno scorso alla Pizzeria The Golden Bar di Litta Parodi. In città Rotondi ha presentato a Liberamente il suo ultimo libro: La Variante DC
Giu 08
Omaggio a Ciriaco De Mita
Scomparso da pochi giorni il segretario nazionale della DC che negli anni Ottanta diede vita ad un’alleanza-confronto con Bettino Craxi. Ecco una foto del 2014 in cui è ritratto con Gianfranco Rotondi ed il nostro Alex Di Gregorio
Non è per nulla facile, in poche righe, ricordare Ciriaco De Mita ai più giovani. Dico solo che con lui la politica si era fatta filosofia. I suoi famosi ragionamenti erano il prodotto di una riflessione incredibilmente profonda, che donava agli altri, facendo comprendere un poco a tutti che decidere non era arte semplice, che deliberare non era questione secondaria e improvvisata, ma conclusione naturale della più alta azione dell’uomo: il pensiero.
La foto che pubblichiamo dimostra come De Mita fosse ancora, tra gli anni Dieci e Venti del terzo millennio, un ispiratore del moderno popolarismo, partito con Luigi Sturzo. E che il “nostro” Alex Di Gregorio sottolineasse con le sue vignette i caratteri distintivi dei protagonisti dell’ultimo tempo dei cristiani democratici, non senza un po’ di dovuta sfrontatezza. (pf)
Giu 05
I giovani, il lavoro, il mercato
Ksenia Accardo interviene alla serata dedicata dalla Coalizione di Centro Destra al tema dei giovani e del lavoro. Conclusioni dei segretari di partito. Per l’UDC è intervenuto Fabbio – Video
Ringraziamo tutti di essere qui con noi per parlare di un tema di fondamentale importanza: Il fornire ai giovani d’oggi le basi per incentivare la nascita di nuove attività e provvedere a modernizzare e sostenere quelle realtà che fanno parte della storia della città.
La coalizione che abbiamo formato questa sera è costituita da quei giovani alessandrini che hanno la volontà di prendere parte attiva alla vita politica, economica e sociale della nostra città. Sappiamo tutti che solo mettendo insieme le nostre forze, grazie anche alla costante collaborazione con l’amministrazione pubblica, potremmo vedere alessandria proiettata verso l’evoluzione dell’imprenditoria giovanile. Se vogliamo creare nuove opportunità di sviluppo occorre non solo partire dai giovani, ma offrire loro spazi che incanalino la loro creatività verso un’economia recettiva e moderna. Il libero mercato può essere guidato verso obiettivi che il pubblico considera più importanti di altri. Quello delle startup guidate da giovani é senz’altro uno di questi. Grazie a tutti e buon ascolto.
Ksenia Accardo
Mag 27
Come si vota
Mag 23
Il Cristo: fucina della città
Mario Donato Summa riprende il tema della partecipazione e del modello ispiratore. Può la città avvantaggiarsi dei progressi fatti dal Quartiere a Sud?
In questi anni e precisamente nell’ultimo decennio, il quartiere ha subito una lenta ed inarrestabile metamorfosi che oggi desta non poco interesse, soprattutto per la sua notevole carica innovativa nel individuare proposte.
Ad avviare questo volano sono state le iniziali proposte, che negli anni precedenti hanno acceso un profondo interesse per la vivibilità del quartiere. Un quartiere che si snoda su due vie parallele, ma in cui l’antica via Acqui si è trasformata in un luogo di socialità attiva che lungo l’asse del tempo ha saputo dare frutti notevoli.
L’operosità e la voglia di riscatto, che gli abitanti del quartiere hanno saputo mettere in campo, oggi pare essere diventata attrattiva per le attività ludiche, per le audaci zone come il villaggio fotovoltaico, gli agglomerati urbani e le aree verdi e soprattutto, la voglia degli abitanti di risiedere nel quartiere.
Un quartiere che ha saputo comprendere l’importanza di un Consiglio di Quartiere in grado di far sviluppare idee e progetti che hanno di fatto trasformato l’area. Da sobborgo a zona residenziale che attrae e valorizza gli investimenti in loco.
Da una Associazione di commercianti che nonostante tutto ha scommesso e vinto sulla propria imprenditorialità, sulle idee, sulla capacità di persuasione. Da una associazione (S.O.M.S.) che ha fatto certamente da pungolo alle compagini politiche che si sono alternate al comando politico della città.
Tutto questo è oggi il Quartiere “Cristo”. Ben raccontato da una radio privata che ha sede nel quartiere e che dà voce e forza alle idee di chi vi abita e vive il quartiere ed è meta di ogni stagione politica, è meta di ogni evento, che si consuma e che fa da megafono e esempio alla città, che oggi più di ieri si accorge della bella realtà che è oggi il “Cristo” ed il potenziale che in esso si intravvede ancora da venire.
Ma di tutto questo, alla vigilia di una ennesima tornata elettorale, al di là del cavalcare una evidente ondata di interesse che tutto quanto viene dal “Cristo” oggi genera, una domanda è lecita: quanto di questo è possibile esportare in altri quartieri della città ove le giurisdizioni pubbliche paiono di fatto inesistenti?
Eppure, nei rari luoghi (bar, barbieri [Quelli di una volta], circoli, parchi e locali pubblici) in cui si può ancora ragionare di politica, si assiste ad un unico e sconsolato lamento… di triste inedia, scontento e rassegnazione che a ben vedere non ha spesso ragion d’essere.
La vita sociale, “… Eppur si muove…“ è presente, ma effettivamente manca lo spunto che dia una sferzata di orgoglio, che possa avviare il volano anche agli “Orti”, in “Pista”, in “Centro”…
È forte l’attesa di qualcosa o qualcuno che possa prendere l’iniziativa, magari suscitando la solidarietà su di un progetto di rinnovamento, di idee su cui coinvolgere gli abitanti, provocandone la partecipazione e l’interesse dei vari settori… gli spazi nei vari quartieri ci sono…
Allora, perché non partire dalla rivitalizzazione degli stessi Consigli di quartiere, aprendoli alla partecipazione dei vari gruppi, portatori di interesse, con il coinvolgimento dei circoli esistenti da cui possono scaturire nuove idee e progetti per un nuovo punto di vista da cui partire.
Il “Cristo” insegna, occorre coinvolgere la popolazione in un dibattito che deve trovare ragion d’essere in iniziative che possano destare il coinvolgimento di tutti. Trovare gli spunti di solidarietà il cui fondamento non può che essere il centro di aggregazione (il consiglio di quartiere) già presente in ogni quartiere e da li ripartire, con umiltà, coinvolgendo la popolazione.
Il riprendere delle tradizioni che nelle sagre hanno trovato rinnovamento e fondamento per riproporre antiche usanze con cui destare l’attenzione degli anziani, il coinvolgimento dei giovani e la propositività del fare, che l’età di mezzo sa poter realizzare se positivamente coinvolta e interessata.
Si valorizzino i prodotti locali e si pongano le basi per ulteriori passi, in modo da puntare a cambiamenti radicali di benessere e di appartenenza che sollecitano la partecipazione della gente. Si pongano le basi per valorizzare aree ormai dismesse. Se ne salvino altre dal degrado per incuria e disinteresse, recuperandole a nuove iniziative che possano dare lustro e rivalutazione di un intero quartiere.
Ecco come può avviarsi il volano della solidarietà, della partecipazione, del dibattito costruttivo e attivo, del voler fare, non fine a sé stesso o per bieco interesse personale, ma per contribuire alla valorizzazione, recupero e rilancio di una città che ha veramente solo bisogno di credere nelle sue capacità di migliorare.
Risorse che da troppo tempo sono rimaste sepolte nella polvere dell’oblio e sotto il peso dell’inedia (caserma Valfrè, Cittadella, Giardini, patrimonio storico e museale) restituendole alla intraprendenza, ed alla voglia del fare, del fare bene, che i concittadini hanno sempre avuto, anche se per ora non vede l’occasione di mostrarlo. Occorre fornirgli l’opportunità.
Alessandria 22/05/22
Mario D. Summa